Clinica Pediatrica, Università
degli Studi di Udine
Diagnosi eziologica della
tosse
INDAGINI
ALLERGOLOGICHE NELLA TOSSE CRONICA IN PEDIATRIA
Distinguiamo
indagini di 1° livello e di 2° livello.
Indagini
di 1° livello:
Indagini
di 2° livello:
Eosinofili periferici
Gli eosinofili ematici si riconoscono per la presenza di
granuli che si colorano intensamente con l’eosina. L’eosinofilia è definita da un numero di eosinofili ematici superiore a
300/mmc (Fig.1).
Figura1
Gli eosinofili periferici sono aumentati in corso di malattie
allergiche ma anche in corso di numerose altre malattie (vedi Tab.4).
Malattie allergiche |
Rinite
allergica Asma
Orticaria
Ipersensibilità
a farmaci |
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Malattie infettive |
Elminti, Toxoplasmosi Malaria
Aspergillosi broncopolmonare |
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Tumori e malattie linfoproliferative |
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Malattie gastrointestinali |
Gastroenterite
eosinofila Malattie
infiammatorie croniche intestinali |
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Malattie polmonari |
S.
di Loeffler Polmonite
da ipersensibilità Leucemia eosinofila |
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Malattie da immunodeficienza |
S. da iper-IgE S. di Wiskott-Aldrich |
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Tab. 4
Cause di eosinofilia
periferica
Striscio
nasale
Il
muco è raccolto con un cotton-fioc o un tampone ed applicato
in sottile strato su di un vetrino portaoggetti. Dopo averlo lasciato
essiccare, viene colorato con eosina
e blu di metilene. Con obiettivo ad immersione viene rilevata la percentuale di eosinofili
presenti. Se gli eosinofili nel muco nasale sono
maggiori del 10%, l’atopia è altamente
suggestiva.
Figura 2: Eosinofili nello striscio nasale
I
Prick-test
I Prick test (22-23) rappresentano
uno strumento rapido, sensibile ed economico per valutare la presenza di
anticorpi IgE allergene-specifici poiché creano
artificialmente un’interazione tra le IgE fissate ai
recettori delle mast-cellule della cute e gli
allergeni posti in soluzione negli estratti diagnostici.
Le
gocce dei vari estratti allergenici vengono applicate sulla superficie volare dell’avambraccio
ad una distanza di circa 3 cm l’una dall’altra. Con una lancetta sterile
monouso si punge la cute così da far penetrare l’allergene.
Vanno
eseguiti in un periodo di benessere, a distanza da una esacerbazione
di dermatite atopica o da una crisi d’asma e su cute
sana.
Gli
allergeni da testare sono scelti sulla base dell’anamnesi e della clinica. In
genere si testa una batteria standard di allergeni che
prevede una serie di allergeni responsabili di oltre il 90% delle allergie in
età infantile:
Nei
soggetti allergici, l’esposizione all’allergene verso cui i soggetti sono
sensibilizzati determina la degranulazione
delle mast-cellule cutanee a cui sono adese le IgE specifiche per quell’allergene. Dopo 8-10 minuti si ha
la liberazione di mediatori quali istamina e triptasi
(fase immediata) che determinano la formazione di pomfo
ed eritema. Dopo 6-12 ore può seguire una fase ritardata che si risolve nelle
24-48 h successive. Nell’interpretazione dei test cutanei si considera la sola reazione
immediata (lettura dopo 15’). Si misura il diametro massimo e quello ad esso ortogonale e si calcola il diametro medio. Si considera
positivo un test se il diametro medio del pomfo è di almeno 3 mm.
La
positività al test cutaneo deve essere sempre essere messa in correlazione con
la clinica, esistendo individui con positività dei prick
tests ma asintomatici.
Il
rischio di reazioni sistemiche (24) in corso di prick
test è stimato pari allo 0,04% ed è più elevato per i bambini minori di 6 mesi di vita, in presenza di eczema esteso o se vengono
utilizzati estratti freschi (Prick by Prick).
Per
ridurre al minimo il rischio di reazioni sistemiche gravi, è utile:
I più
importanti fattori che potenzialmente possono interferire con il risultato dei Prick test sono (25):
I
Prick tests presentano una
serie di vantaggi rispetto ai test in vitro (RAST) in quanto sono sensibili, danno risultati immediati, sono
poco costosi e sono di facile esecuzione. I RAST sono da preferirsi in presenza di una storia di reazioni sistemiche gravi,
impossibilità ad interrompere l’assunzione di farmaci, in presenza di
dermografismo o di dermatite estesa.
Test
di funzionalità respiratoria
Sono
utili per identificare e monitorare l’asma.
Essi
comprendono:
Picco
di flusso espiratorio
Il
picco di flusso espiratorio è il flusso massimo espiratorio nei primi decimi di
secondo di un’espirazione forzata. Se diminuito, è un indice di
ostruzione delle grosse vie aeree. Può essere misurato facilmente in
ambulatorio o a domicilio del paziente. E’ eseguibile solo in bambini
collaboranti (età >4anni).
Può
essere utile per rilevare:
Nella
figura 3 sono rappresentati alcuni diversi strumenti
per misurare il picco di flusso espiratorio.
Figura 3: Strumenti per la
misurazione del PEF
Gli
altri test di funzionalità respiratoria sono stati presi in considerazione
nelle precedenti relazioni per cui abbiamo pensato di
non riportare inutili ripetizioni.