ATTIVITÀ SOCIALI 2010


GITA NELL'ISTRIA LADINA 2010

Nell’ ambito dei fini istituzionali della nostra associazione, domenica 16 maggio 2010 si è tenuta una  gita culturale nell'Istria Ladina.
Si tratta di quella  regione dell’ Istria dove si parla ancora il vecchio, millenario linguaggio ladino, chiamato istrioto o istroromanzo, che si è conservato in poche località dell’ interno, non essendo stato spodestato dal veneto “coloniale” della costa o dal croato. Ormai è parlato da poche centinaia di persone, quasi tutte anziani, e sopravvive soprattutto per l’ opera meritoria di alcune organizzazioni, come la Comunità degli Italiani di Dignano.
Dignano (Vodnjan) deriva dell’unione di sette ville, facenti parte dell’agro colonico di Pola. È nota ancora in epoca romana come Praedium Athenianum e successivamente come Vicus Attinianum o Adinianum, congiunto alla via Flavia, la strada imperiale fatta costruire da Vespasiano, che da Pola andava a Valle passando per Gallesano e Dignano. Dignano entra nella storia nel 1194, quando è menzionato per la prima volta in una sentenza di Bertoldo di Andechs, marchese d'Istria e duca di Merania, alla cui stesura prese parte il vassallo Popone di Adignano. Nel XIII e XIV secolo Dignano viveva dei redditi del proprio territorio e cioè producendo legna da ardere, bestiame, granaglie, un ottimo olio e vino. Nel borgo veniva esercitata l'arte della lana e si producevano panni grezzi, detti "rasse" che venivano venduti anche fuori del territorio. Furono aperte anche cave di saldame, una sabbia quarzifera molto apprezzata a Murano. Ebbe danni da scorribande turche, genovesi, ungare ed uscocche.
Risorse sotto l’Austria, beneficiando dei grossi lavori per l’ampliamento del porto militare di Pola, poi si avviò a un lento declino, culminato con la seconda guerra mondiale e il passaggio alla Jugoslavia, quando fu abbandonato dai tre quarti degli abitanti, non solo italiani.
Durante la visita abbiamo visitato il centro con i palazzi patrizi, il duomo con la collezione d’ arte sacra, la Comunità degli Italiani, dove abbiamo assistito ad un’ esibizione folcloristica, alla lettura di poesie in dialetto istroromanzo e a uno stacco musicale con i giovani strumentisti della Comunità. Abbiamo visitato anche un’azienda agricola dove si producono i famosi olii e vini della terra rossa, e le tipiche casite, sorta di piccolo trullo della campagna istriana, nonchè il borgo medievale di Peroi, abitato da una popolazione di origine montenegrina, scampata ai Turchi secoli fa.

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